lunedì 4 febbraio 2008

Padoa-Schioppa promosso. Ma chi ritirerà il premio?

tratto da: Il Sole 24 Ore di Sabato 2 febbraio 2008 n.32 - Pagina 18

L'Europa e i paradossi italiani.

Tra i mille paradossi della crisi apertasi con le dimissioni del Governo Prodi, e l'incarico "finalizzato" a Franco Marini per una "mission impossible" (verificare se vi siano gli spazi per coagulare una maggioranza che cambi la legge elettorale), ve n'e' uno forse marginale, ma non per questo meno significativo. Potrebbe non essere il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, l'autore del risanamento per esplicito riconoscimento del commissario europeo degli Affari economici e monetari Joaquìn Almunia, a raccogliere al prossimo Ecofin del 12 febbraio il "frutto", il riconoscimento formale del lavoro fatto. In quell'ocasione, i ministri dell'Economia saranno infatti chiamati ad esprimersi sulla raccomandazione messa a punto da Almunia relativa all'aggiornamento del Programma di stabilità italiano. E' il documento, in sostanza, che certifica il ritorno del deficit al di sotto del 3%, probabilmente nei dintorni del 2%, viatico indispensabile per la chiusura della procedura per deficit eccessivo aperta nel luglio 2005 nei confronti del nostro Paese.

Poco male, si dirà. Quel che conta è aver raggiunto il risultato. E tuttavia l'apprezzamento di Almunia al lavoro svolto da Padoa-Schioppa non è sembrato rituale, e logica vorrebbe - almeno agli occhi di quanti in Europa tuttora faticano a orientarsi nei meandri della politica italiana - che fosse Padoa-Schioppa a incassare il riconoscimento personale del suo lavoro. Ma così vanno le cose, quando si ha a che fare con "les italiens". Certo i rilievi di Almunia sono accompagnati da un'attenta disamina dei rischi che tuttora incombono sui conti italiani, a partire da un deficit 2008 che si annuncia nuovamente in salita, attorno al 2,4%. Quanto basta per interrompere il sentiero virtuoso verso il pareggio di bilancio che Bruxelles vorrebbe per tutti al 2010, e che l'Italia, rebus sic stantibus, raggiungerebbe non prima del 2011. Ma al momento, non si può che apprezzare lo sforzo compiuto, visto che il deficiti al 2006 viaggiava al di sopra del 4% del Pil.

A raccogliere il testimone, in caso di successo del tentativo di Marini, sarà allora il nuovo ministro dell'Economia, ammesso che non sia lo stesso Padoa-Schioppa a essere chiamato da Marini a succedere, se pure per pochi mesi, a se stesso (e ammesso che l'interessato si dichiari disponibile). Nulla muterebbe invece in caso di fallimento della "mission" di Marini a patto però che sia il governo in carica, ancorchè dimissionario, ad accompagnare il Paese alle elezioni anticipate. Identica situazione si prospetterebbe in aprile, quando la Commissione dichiarerà ufficialmente chiusa la procedura nei confronti dell'Italia. Chi sarà il ministro in carica? L'attuale dimissionario, il nuovo in un eventuale governo Marini? Ah, les italiens!

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